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Padroni a casa nostra…

Non credo che uno Stato sia come una casa -anzi penso che le due cose non abbiano niente in comune. Associare uno all’altra è una delle bugie che ci sono state raccontate negli ultimi vent’anni. Ma proviamo, per un momento, a crederci…

A capodanno sono andato da amici, dalle parti di Verona. Anche questa volta ho percorso la statale, passando per Pordenone, Treviso, Vicenza… Da Casarsa in poi, la strada è un susseguirsi continuo di capannoni, villette, svincoli… Centri commerciali, tralicci, galline… Asfalto, cemento, fango… Rispetto agli anni scorsi, a bordo strada ho notato qualche striscione in più, in prossimità delle aziende chiuse, e immondizia.

La pianura padana è un territorio in buona parte distrutto. Non sto parlando della crisi, ma di cinquant’anni di crimini ambientali, interessi personali & ignoranza che oggi si rivelano per quello che sono: crimini sociali.

“Padroni a casa nostra”… Solo che a casa vostra avete pisciato per terra e cagato sul tavolo. Poi, già che c’eravate, vi siete puliti il culo con le tende. Ad un mio amico, per molto meno, hanno fatto un Trattamento Sanitario Obbligatorio.

Saluti da Portogruaro

l’Omino.

Popolone dei Neri, è l’Albedo che vi parla!
Vi comunico che:

1) per andare a Venezia il 23 dicembre (lunedì) il treno parte alle 13.07 dalla stazione di Udine. Biglietto a carico personale. Sulla banchina della stazione avverrà la selezione: chi non è nero nero dal berretto agli occhiali fin giù alle scarpe, resta a Udine (oppure scende in laguna ma sta per i fatti suoi)

2) per Udine (martedì 24 dicembre) l’appuntamento è per le ore 16 in galleria Astra. Chi non è nero nero ecc., verrà caricato sul treno per Venezia.

3) Non esiste un luogo dove trovarci per la sbaffa finale. Se qualcuno ha una soluzione, ci parliamo a Venezia fra un inchino e l’altro.

4) Eventuali rimasugli della questua quest’anno verranno devoluti alla cultura.

Appuntamento quindi in stazione il 23. Chi non ha uno strumento, porti con sé la voce e la voglia di cantare.

Viva la figa.

“Era un po’ che lo sentivo cigolare…” (l’Omino)

Back to osteria

Un’altra iniziativa meritoria verrà perpetrata domani sera, in quel di Udine. Praticamente si tratta di un corso intensivo di Friulano, ma divertente.
Pozzo 2

P.G… La crisi sei tu.

35 euro al giorno x i migranti. X 31 gg. Fate i conti. E i nostri operai? Senza cig. Senza futuro. Paese non moribondo, morto. E la causa è anche di ognuno di noi. (P.G. -laureato- su Facebook).

Mo me lo segno…

Se ho ben capito, trattasi di festino… E visti i tempi di crisi, meglio segnarselo per tempo.

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Una sala stracolma, con la gente assiepata e il vino a fiumi; una band on the road, in tour mondiale…

La serata di venerdì ha rappresentato qualcosa di importante… Un movimento di popolo low cost e un bisogno di socialità low stress: cose viste nei migliori momenti New Barbonia. Quindi è ufficiale: con una sala capiente & una programmazione artistica ambiziosa, fra vecchietti che giocano a carte, l’agriturismo “la Lobie” è diventato il nostro Madison Square Garden.

I LED ZEPPELIN ALLA LOBIE, NEL ’73

…In un luogo importante.

E’ da tempo che teniamo d’occhio la “Lobie”: un piccolo capannone in periferia, trasformato in osteria e popolato da anziani che giocano a carte… Diventerà il nostro Madison Square Garden!

ScanCol

A tutti i musicisti

Funziona così:
1) ti guardi mille video su youtube (cerca la musica: dal bambino cinese che suona la tromba, al tipo che dà lezioni di basso); 2) componi un pezzo; 3) lo realizzi assemblando centinaia di brani, presi dai video di cui sopra. Se il risultato è figo come “MOTHER OF ALL FUNK CHORDS”, allora sei un genio.

Non è bello ripetersi, ma ne valeva la pena.

Non avendo la televisione, spesso mi avanza del tempo. Per questo ho pensato di mettere in contatto Frank con un’associazione che presta assistenza agli immigrati. Gliene ho parlato, e lui si è detto felice, ma non so se ha capito bene… Quindi, ho contattato un’amica che lavora per questa associazione; lei mi ha spiegato come il suo sportello si rivolga principalmente a lavoratori con i documenti in regola, ma qualche dritta possono darla anche a chi ne è sprovvisto. Insomma, le informazioni servono. Ho richiamato Frank, con un indirizzo utile e un possibile appuntamento, ma quando sono arrivato all’argomento, l’uomo è andato in paranoia. Ha voluto subito sapere se avessi lasciato il suo numero di telefono, e nonostante le mie rassicurazioni (“it’s not a trap!”), ha chiuso la conversazione. Poi, non l’ho più sentito. La settimana successiva, ho incontrato l’amica e le ho raccontato la storia. “E’ normale”, mi ha risposto, “va quasi sempre così: hanno paura”.

Dopo un mese ho ricevuto una telefonata: era Frank, che mi comunicava di essere stato spedito al CIE di Gradisca. Il tono non era dei migliori… “How do you feel, man?”… “How do I feel?… It’s ok: I’m alive”. Da allora Frank ha ripreso a chiamarmi, con l’insistenza tipica di chi è in difficoltà. Io non sempre gli rispondo, anche perchè non so cosa rispondergli.

l’Omino

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